Ambiente ed Economia connubio perfetto

In Italia il ministero per l’economia e l’ambiente quando saranno accorpati assieme?

Questo il titolo dell’articolo di Paolo Ermani sul blog di Beppe Grillo, che condivido in pieno essendo un’ Economista Ecologico membro da più di 15 anni dell’Associazione The International Society for Ecological Economics.

Gli economisti tradizionali neo-classici analizzano i processi di formazione dei prezzi considerando il sistema economico come un sistema chiuso: le imprese vendono beni e servizi, e poi remunerano i fattori produttivi (terra, lavoro, capitale). Mentre gli economisti classici come Malthus (1798), Ricardo (1871), Mill (1857), e Marx avevano chiaro nelle loro menti che l’attività economica fosse condizionata dall’ambiente, gli economisti neo-classici hanno completamente dimenticato quest’importante caratteristica delle reali economie mondiali fino agli anni ’70, quando iniziò il dibattito sui limiti sociali e ambientali alla crescita economica. L’economia reale iniziò ad essere vista come un sistema aperto che per funzionare deve estrarre risorse dall’ambiente e si disfa di una gran quantità di rifiuti gettandoli nell’ambiente (Ayres e Kneese, 1969).

La funzione di supporto alla vita degli economisti (De Groot, 1992) è connessa con il ruolo fisico, chimico e biologico nel sistema globale.

In parole più semplici, la strada giusta è studiare ogni problema dai ogni lato, ossia ascoltando diversi punti di vista di vista, questo è il significato di sistemico e olistico, perché se ognuno resta ancorato alla sua disciplina non coglie il problema nella sua interezza e l’ambiente è trasversale, legato quindi all’economia ma non solo, è legato anche allo sviluppo di una società equa e inclusiva.

La nota è di Patty L’Abbate, Senatrice ed Economista Ecologico.