Dibattito su 5G e Golden Power a Cybertech Europe
Interessante dibattito su 5G e Golden Power a Cybertech Europe, l’importante conferenza annuale in tema di cybersicurezza giunta alla sua quarta edizione, organizzata dalla società Leonardo e da Cybertech Israel, in stretta collaborazione con l’Ambasciata di Israele in Italia, che si è chiusa ieri. Protagonisti Romano Righetti di Vodafone, Maurizio Marcelli di TIM, Andrew Tsonchev di Darktrace, Lionel Gonzalez di Splunk e Piera Di Vito dell’Agenzia Spaziale europea (ECSAT).
Moderata da Maurizio Mensi, professore alla Scuola Nazionale dell’Amministrazione e alla Luiss, membro dell’Organo di Vigilanza sulla rete TIM, la tavola rotonda si è incentrata sulle implicazioni ed i profili di sicurezza inerenti le reti 5G e su come gli operatori si preparano alla rivoluzione indotta dal dispiegamento delle reti di nuova generazione. Essenziale la protezione delle infrastrutture critiche di telecomunicazioni e la necessità di tutelare l’enorme quantità di dati su di esse veicolati.
Al centro, la sicurezza e l’interesse nazionale, con i rilevanti profili strategici sottesi al caso Huawei, che ha indotto il governo italiano ad adottare lo scorso 21 settembre il decreto legge n. 105, la cui analisi è stata oggetto della presentazione di Mensi, che ha illustrato dapprima il contesto internazionale quindi i capisaldi regolamentari dei nuovo mercato europeo della cybersicurezza, dalla Direttiva NIS al Cybersecurity Act con la certificazione di prodotti, sistemi e servizi, fino al regolamento UE del 19 marzo sul controllo degli investimenti esteri e alla raccomandazione del 26 marzo scorso sul 5G. La parte più delicata è stata poi quella dedicata all’evoluzione del Golden Power a livello nazionale e alle innovazioni contenute nel decreto legge del 25 marzo scorso, con cui i poteri speciali sono stati estesi alle reti 5G e ai profili operativi e commerciali, e in quello del 21 settembre. Si tratta in particolare del perimetro di sicurezza nazionale cibernetica (la cui definizione e procedure sono demandate a successivi DPCM) e delle prescrizioni in tema di appalti e contratti, con la possibilità per il Governo di intervenire su quelli già definiti disponendo la sostituzione di apparati o prodotti che risultino inadeguati sotto il profilo della sicurezza.