Ciu-Unionquadri partecipa alle audizioni del CNEL sul Futuro dell’Europa

Alla presenza del Presidente del CNEL Prof. Tiziano Treu si è svolta la riunione della Commissione istruttoria III – Politiche UE e Cooperazione Internazionale, Presidente Floriano Botta, coordinata dal Consigliere Gian Paolo Gualaccini.

Hanno partecipato, al dibattito sulla ‘Conferenza sul futuro dell’Europa’ i responsabili dei rapporti internazionali delle principali Parti Sociali presenti al Cnel: per la CIU è intervenuto il consigliere CESE Maurizio Mensi, responsabile relazioni internazionali CIU-Unionquadri. Era presente anche il Cons. Cnel Francesco Riva

 CIU-Unionquadri, ha dichiarato il Cons. Mensi, concorda con il CNEL nell’auspicare un salto di qualità nell’economia e nella politica comunitaria, in linea con le priorità della Presidenza Portoghese e le puntuali indicazioni contenute nel documento del CNEL del 25 novembre 2020 “Riformare l’Europa”. Occorre non perdere l’occasione di rivedere e rafforzare il modello economico, sociale e l’ordine istituzionale e politico europeo. Particolarmente rilevante – ad avviso di CIU-Unionquadri – è la terza delle 4 proposte contenute nel documento CNEL, dedicata alla convergenza politica per una UE più integrata su materie fondamentali e capace di rispondere con maggior efficacia alle sfide attuali.  La crescente dipendenza da servizi “software” e l’aumento di interdipendenza delle “catene del valore digitali” inducono a ritenere essenziale un intervento mirato di alfabetizzazione digitale rivolto alle categorie professionali, focalizzata sul digitale e la cybersicurezza e sull’uso trasparente e responsabile dei dati (personali e non), in linea con le iniziative dell’UE.

CIU-Unionquadri ritiene che l’emergenza sanitaria abbia evidenziato che risultano vincenti i sistemi basati su regole e procedure ben congegnate e perfettamente allineate agli strumenti più avanzati dell’innovazione tecnologica: Big Data, metodi di rilevazione accurati, controlli basati sull’intelligenza artificiale. Questo chiama in causa le politiche pubbliche in tema di digitale, la consistenza delle infrastrutture digitali, la geometria dei poteri, il grado di efficienza organizzativa ma soprattutto le competenze. L’esigenza per ogni Paese di disporre di un’infrastruttura tecnologica all’avanguardia in grado di rispondere alle emergenze ha peraltro diffuso la consapevolezza che occorra un nuovo, ritrovato ruolo dello Stato e del potere pubblico. Uno Stato che dovrà riqualificare la propria azione con regole nuove e aggiornate (future proof) e vigilare sul loro rispetto, così da incoraggiare uno sviluppo sostenibile e garantire autodeterminazione informativa e libertà individuale, a tutela dell’interesse generale e a garanzia dei diritti individuali, affinché l’innovazione sia al servizio del benessere collettivo.

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