UNITÀ MOBILE DI RICERCA…LA SCIENZA “SPICCA IL VOLO” AL CNR DI PISA!

Un passo avanti Made in Tuscany per migliorare e valorizzare l’utilizzo dei droni nella ricerca scientifica.

I più esperti li chiamano APR ovvero aeromobili a pilotaggio remoto…per gli altri rimangono più semplicemente gli ormai familiari droni!

Anche se sviluppati inizialmente per scopi militari, oggi ne troviamo moltissimi dedicati al tempo libero ed a finalità ludiche… e tutti con la nota caratteristica di essere degli oggetti volanti senza pilota!

Ma attualmente, la più virtuosa collocazione per queste ingegnosissime apparecchiature, rimane quella di supporto alla ricerca scientifica, così come evidenziato nella prima giornata del congresso “La ricerca prende il volo: le applicazioni scientifiche dei droni”, organizzata dall’Istituto di geoscienze e georisorse del Dipartimento di scienze del sistema terra e tecnologie per l’ambiente (Dsstta) e dal Servizio remoto dell’area della ricerca (Cnr) di Pisa.

Ed è proprio in questa occasione che è stata orgogliosamente presentata la prima Unità Mobile di Ricerca per droni che deve la sua unicità all’acquisizione diretta in loco dei dati (numerosissimi) raccolti dai droni stessi, senza la necessità di tornare “alla base” e cioè in laboratorio.

Il drone, in ambito scientifico, consente infatti di acquisire immagini ad altissima risoluzione in qualunque momento ed in quasi tutti i luoghi anche di difficile accesso. In passato si potevano ottenere immagini del genere soltanto acquistando del materiale già esistente come foto aeree, immagini elaborate dai satelliti, materiale in uso ai militari…a prezzi spesso esorbitanti col rischio, tra l’altro, che alcune si rivelassero inutilizzabili a causa ad esempio, di eventi naturali non favorevoli quali, banalmente, il passaggio di una nuvola che osteggiasse l’inquadratura.

Ma grazie a droni sempre più efficienti ed equipaggiati, con autonomia in volo sempre maggiore e telecamere ad altissima risoluzione si è conquistata la possibilità di disporre di materiale ed informazioni semplicemente utilizzando un software che faccia partire i comandi.

Tuttavia le immagini raccolte durante il volo, necessitano di un processo di elaborazione al computer per tradursi in indici idonei a descrivere ciò che l’occhio del drone vede dall’alto!

Questo processo, a causa della notevole quantità di dati e dei tempi necessari alla loro elaborazione, è sempre stato realizzato in laboratorio.

La “rivoluzione” dell’Unità Mobile di Ricerca sta proprio nel fatto di avere permesso il superamento di questo ostacolo…trasportando in sicurezza la strumentazione anche mentre è in funzione!

L’innovativo mezzo è infatti dotato di tecnologie che permettono non solo la raccolta ma anche il processo istantaneo di tutte le informazioni, centrando l’obiettivo di descrivere e monitorare in modo tempestivo l’ambiente o il fenomeno che si sta osservando.

Questo gioiello tecnologico progettato e realizzato dalla la più grande area di ricerca d’Italia, quale appunto il Cnr di Pisa, si presenta come una vera e propria “portaerei” su gomma in grado di lanciare e seguire sei droni di media dimensione che possono essere utilizzati e gestiti anche contemporaneamente, grazie alla stazione di comando (interna ed esterna) ed a server di elaborazione ad alte prestazioni.

Per il raggiungimento di tale scopo, si rende assolutamente necessaria una connessione
Internet a banda larga, anche satellitare per l’invio dei dati telemetrici, nonché un sistema
di climatizzazione per mantenere i locali a temperatura ottimale.

Una sorta di “laboratorio in movimento” quindi, che contribuisce a nuovi scenari in ambito
scientifico e di ricerca affiancandosi allo sviluppo di intuizioni nuove su tematiche quali
monitoraggio ambientale, intelligenza artificiale e agricoltura di precisione …e che
ancora una volta ci dimostra il valore di competenze e conoscenze “made in Italy”!

Articolo di Monia Strazzeri – Foto di Francesco Giorgi