Biennale Architettura 2025: dove tecnologia e sostenibilità si fondono in un’architettura intelligente

La Biennale di Venezia 2025 , che ha aperto al pubblico il 10 maggio e terminerà il 23 novembre, stupisce con una mostra internazionale dedicata all’architettura del futuro, intitolata “Intelligens. Natural. Artificial. Collective.” . Un tema che incrocia innovazione digitale, rispetto per l’ambiente e collaborazione collettiva. In questo approfondimento osserveremo il rapporto tra tecnologia e trasformazione sociale.
Tra Giardini e Arsenale, la Biennale ospiterà espositori provenienti da tutto il mondo, ognuno con una visione originale su come affrontare le sfide ambientali e sociali del XXI secolo grazie alle nuove tecnologie. Ecco i cinque padiglioni da non perdere se si è interessati a capire come l’AI, la bioarchitettura e l’intelligenza collettiva stanno ridefinendo lo spazio costruito.
1. Padiglione Svizzero – Quando l’architettura immagina il “what if” femminile
Il Padiglione Svizzero presenta una provocazione concettuale che mescola storia, architettura e genere: “E se fosse stata Lisbeth Sachs, e non Bruno Giacometti, a progettare il Padiglione Svizzero?” Questo “what if” diventa realtà virtuale nella mostra curata da Annexe e Axelle Stiefel, che immagina un edificio mai realizzato, ma ispirato a un progetto reale dell’architetta svizzera Lisbeth Sachs (1914–2002), pioniera nel panorama maschile dell’epoca.
L’utilizzo della realtà aumentata permette ai visitatori di “vedere” il padiglione che non è stato mai costruito, integrando elementi digitali nel contesto fisico esistente. L’esposizione diventa così una metafora visiva del ruolo delle donne nell’architettura storica e contemporanea, utilizzando la tecnologia per far emergere storie nascoste e potenzialità negate.
Un esempio di come la digitalizzazione possa essere uno strumento non solo estetico, ma anche culturale e politico.
2. Padiglione Estone – Intelligenza artificiale e paesaggi naturali
L’Estonia , nota per la sua avanzata digitalizzazione, porta alla Biennale un progetto che esplora l’interazione tra AI e paesaggio naturale . Il titolo della mostra, ancora non ufficializzato, promette di indagare come l’intelligenza artificiale possa contribuire alla gestione ecologica del territorio e alla conservazione del patrimonio naturale.
In un momento in cui l’IA viene criticata per il suo consumo energetico, il Padiglione Estone sembra voler ribaltare la narrazione, mostrando casi d’uso in cui l’AI può diventare parte attiva nella rigenerazione ambientale . Tra sensori, algoritmi predittivi e modelli di simulazione climatica, l’esposizione propone un modello di architettura che anticipa i cambiamenti e si adatta al territorio.
Un laboratorio pratico su come l’innovazione tecnologica può supportare la resilienza ecologica.
3. Padiglione Olandese – Circular Design e stampa 3D
Il padiglione dei Paesi Bassi torna quest’anno con un focus sulla circular economy applicata all’architettura, dimostrando come materiali riciclati, processi di produzione decentralizzati e stampa 3D possano ridurre l’impatto ambientale degli edifici.
Gli architetti olandesi presentano un prototipo costruttivo interamente realizzato con componenti riusati e stampati localmente, grazie a una piattaforma digitale open source che traccia ogni elemento lungo la filiera. Il risultato è un modulo abitativo modulare, scalabile e replicabile ovunque, pensato per contesti urbani densi e aree post-crisi.
Un esempio di architettura digitale sostenibile , dove la tecnologia serve non solo a disegnare, ma a reinventare il ciclo vitale degli edifici.
4. Padiglione Italiano – Bioarchitettura e materiali vegetali
Il Padiglione Italia , ospitato nei Giardini, punta su una visione radicata nella tradizione ma proiettata verso il futuro: l’uso di materiali biodegradabili e vegetali per costruire edifici intelligenti. Il progetto esplora soluzioni costruttive basate su canapa, sughero, terra cruda e miceli, combinati con sistemi di monitoraggio ambientale in tempo reale.
L’obiettivo? Creare involucri edilizi che respirano, regolano temperatura e umidità, e sono in grado di catturare CO₂ durante la loro vita utile. La mostra include installazioni interattive che mostrano in tempo reale le performance termiche e strutturali di questi materiali, grazie a sensori IoT e dashboard digitali.
Un esempio tangibile di come l’architettura può diventare parte integrante del sistema naturale, anziché contrastarlo.
5. Padiglione Japponese – Intelligenza collettiva e architetture partecipative
Il Giappone presenta un progetto che integra intelligenza collettiva e design architettonico, attraverso un processo partecipativo guidato da algoritmi di machine learning. La mostra, intitolata “Designing with Communities” , mostra come l’AI possa analizzare dati sociali, culturali e ambientali per generare configurazioni spaziali adatte alle comunità locali.
Il progetto si concentra su un villaggio rurale giapponese in fase di spopolamento, dove l’architettura diventa strumento di recupero identitario. Gli abitanti vengono coinvolti in un processo digitale di mappatura dei bisogni e desideri, mentre l’algoritmo genera opzioni di riqualificazione urbana personalizzate.
Un modello replicabile ovunque, che unisce bottom-up participation e top-down planning tecnologico
Un ponte tra passato e futuro
La Biennale Architettura 2025 si presenta come un crocevia tra sperimentazione tecnologica e consapevolezza ambientale. I cinque padiglioni selezionati rappresentano altrettanti approcci all’idea di “Intelligens”, un termine che evoca non solo l’abilità intellettuale dell’uomo, ma anche quella dei sistemi artificiali e naturali con cui viviamo.
Che si tratti di IA, bio-materiali, blockchain per tracciare il ciclo di vita degli edifici o algoritmi per il design partecipativo, la Biennale ci ricorda che la tecnologia non è né buona né cattiva : dipende da come la usiamo per costruire un futuro più sostenibile, inclusivo e intelligente.
Se vuoi scoprire come l’architettura sta diventando un campo di prova per le tecnologie del domani, Venezia ti aspetta.