Deep Nude: l’Autorità privacy sul piede di guerra

Il Garante per la Privacy valuta severe misure per contrastare il terribile fenomeno del Deep Nude

In questi giorni impazza su Telegram un’applicazione capace di generare “nudi su richiesta”. Caricando una qualsiasi immagine di ragazza, il software (basato su un algoritmo guidato dall’Intelligenza artificiale) è in grado, in pochi secondi, di restituire l’immagine della pulzella senza veli.

Basata su una evoluzione della tecnologia deepfake – il Deep Nude -, l’applicazione offre la possibilità di “spogliare” qualsiasi personaggio. Proprio come i mitici occhiali a raggi X tanto in voga negli anni ’70, partendo da una fotografia o un breve video, grazie all’intelligenza artificiale è possibile togliere i vestiti a qualsiasi individuo la cui immagine è presente sul web. Fondato sui medesimi razionali dei deepfake, con i programmi di Deep Nude sarà possibile denudare il personaggio ritratto, sia esso un attore famoso o la nostra sconosciuta (ma attraente) vicina di casa, con un semplice clik. Basta, dunque, entrare in possesso di una fotografia liberamente disponibile sulla rete per avere a disposizione l’immagine di chiunque come mamma l’ha fatto.

È così, nei giorni scorsi, migliaia di ragazze si sono ritrovate, a loro insaputa, “spogliate” su Telegram dopo che alcuni utenti avevano manipolato le loro foto usando un programma informatico disponibile sul canale social.

Preoccupato per gli effetti prodotti dal software e dalla sua diffusione tra gli utenti del social, il Garante per la protezione dei dati personali ha deciso di aprire un’istruttoria nei confronti di Telegram, social già oggetto di un’attività di verifica da parte dell’Autorità.

Le gravi lesioni alla dignità e alla privacy a cui l’uso di un software simile espone le persone, soprattutto se minori, sono evidenti, considerati anche il rischio che tali immagini vengano usate a fini estorsivi o di revenge porn e tenuto conto dei danni irreparabili a cui potrebbe portare una incontrollata circolazione delle immagini, fino a forme di vera e propria viralizzazione. La facilità d’uso di questo programma rende, peraltro, potenzialmente vittime di deep fake chiunque abbia una foto sul web.

Sulla scia del DeepNude, già molte sotto-categorie di siti hard, oggi, sono pieni di deepfake di vip e personaggi famosi. La tendenza non potrà essere a lungo tenuta a bada, e presto esploderà in tutta la sua pervasività. Quali saranno le conseguenze di un’immagine Deep Nude di un’ignara adolescente la cui unica colpa è quella di aver postato una foto (rigorosamente vestita) su uno dei tanti social network? Come minimo un ricatto o un’estorsione.

Oltre all’avvio dell’istruttoria, il Garante sta valutando ulteriori iniziative per contrastare gli usi illeciti di questo tipo di software e contenere gli effetti distorsivi del più ampio fenomeno del deep fake, così da mettere “a nudo” – è il caso di dirlo – le potenzialità negative del web.

Foto di StockSnap liberamente tratta da Pixabay

Alessandro Alongi

Alessandro Alongi collabora nell’ambito del modulo di “Diritto della rete” all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche, è specializzato in Relazioni istituzionali e Diritto parlamentare e attualmente si occupa di tematiche giuridiche e regolamentari presso l’Organo di vigilanza sulla parità di accesso alla rete di TIM, oltre a svolgere attività di ricerca nell’ambito del Diritto dell’innovazione, del quale è autore di diversi studi e approfondimenti.