DALLA RETE ALLA REALTÀ

Dalla rete alla realtà: l’incontro tra i “due mondi” delle nuove generazioni.

Corre l’anno duemila quando ad opera del leggendario Game Designer Will Wright, nasce The Sims, il più famoso tra i life simulation game.

L’eccezionale idea di ricreare un contesto di vita umana con tanto di paure, bisogni, desideri, incolla letteralmente davanti al PC un numero impressionante di giovani e curiosi “esploratori”.

Tanti trovano divertente gestire avatar e mondi tridimensionali comodamente davanti agli schermi …ma basta una telefonata e si corre fuori…indossate un paio di Vans, lo zaino sulle spalle si raggiungono gli amici per una chiacchierata al pub…ci si guarda negli occhi, si progettano grigliate, viaggi, si condividono sogni, si parla di cambiare il mondo.

Conversazioni infinite che si concludono a volte con abbracci tra ragazzi dai capelli scombinati perché usciti troppo in fretta da casa…prima che il genitore di turno ricordasse loro per l’ennesima volta di tornare a casa per cena!

Cosa è cambiato oggi?

Semplicemente lo schermo del PC ha smesso di essere un divertente device attraverso il quale cimentarsi in videogiochi del filone “simulazione di vita“… perché è diventato improvvisamente lo specchio della nostra vita!

Quello che costruiamo nel mondo virtuale diviene importante tanto quanto ciò che realizziamo nel mondo reale…anzi, il più delle volte le due cose si sovrappongono!

Non abbiamo più bisogno di avatar se non per rappresentare noi stessi magari in contesti ludici…siamo in grado di esistere come persone autentiche in rete!

E così tra smartphone, smartwatch, camviews…manteniamo continuamente il contatto con l’enorme nuvola di dati che ci sovrasta e regola i nostri comportamenti.

Ormai è sui social che “postiamo” le nostre vite, le nostre idee politiche, comunichiamo, protestiamo, cuciniamo…amiamo perfino!

Decidiamo con minuziosa attenzione come veicolare la nostra immagine…quasi come un tempo si costruiva una carriera…anzi… c’è anche chi una carriera l’ha costruita così!

Viene a questo punto da domandarsi quanto del mondo reale…quello che da qualche parte rimane ancora tangibile e continua ad avere i suoi ritmi e le sue regole, può ancora essere una prerogativa dell’impegno soprattutto delle nuove generazioni?

All’incirca dieci anni fa la “cyborg antropologa” americana Amber Case studiosa di interazioni simbiotiche uomo- macchina, parlava già di un Sé cibernetico che avrebbe presto rimpiazzato il nostro senso di identità personale.

Secondo la Case tutto ciò era evidenziato dall’uso sempre più ampio di “cervelli esterni” per potere comunicare, vivere vite parallele e, principalmente, per ricordare quantitativi di informazioni più ampi di quanto avremmo potuto fare col nostro solo cervello biologico

La rete ha, quindi, ricalibrato la nostra memoria e concentrazione, ma anche il nostro concetto di tempo…la vita sui social non è più scandita dal confortante ciclo del giorno e della notte… l’attività social ha un tempo pressoché infinito!

Qualsiasi ora è ideale per postare, taggare, chattare!

E così giorno dopo giorno, immersi nello scenario virtuale, decidiamo quello che vogliamo veicolare di noi stessi nel network… costruendoci una web reputation il più possibile positiva!

La traccia sociale impressa dalle nostre azioni in rete diventa un’ossessione…la ricerca di feedback da parte del popolo di Internet ci porta a divenire un tutt’uno coi nostri devices.

Ed è per questo che da un po’ di tempo si è cominciato a parlare molto di FOMO (fear of missing out) ovvero paura di essere tagliati fuori, di perdersi qualcosa di interessante che conduce a consultare continuamente i propri profili… addirittura è in crescita anche il numero di individui che controllano i propri profili social o la posta elettronica già alle primissime ore del mattino!

Lo scienziato sociale Andrew Przybylski, dell’università di Oxford è stato il primo, con i ricercatori dell’Università di Rochester, California e di Essex a dare una definizione puntuale di FOMO individuandola, tra le altre cose, come “la forza che guida l’uso dei social media”.

Alla luce di quanto detto, rimane sempre da risolvere il nostro antecedente quesito: quanto sono interessati i giovani alla realtà fuori dal web e ad agire su di essa?

Probabilmente, anche se in modo diverso dalle vecchie generazioni, lo sono molto!

Ed è evidente che per farlo, si servono proprio della rete!

Comunicano idee con i flash mob…cercano finanziamenti per le proprie iniziative col crowdfunding…denunciano disastri ambientali sui social…creano siti dove piantare alberi e seguirli on line…si danno appuntamento sul web per ritrovarsi nelle piazze…e tutto questo è realtà!

Magari come in ogni cosa che si sviluppa troppo velocemente, si tratterà solo di trovare il giusto equilibrio…e dall’infosmog o dal mondo autentico noi saremo qui ad osservare il cambiamento!

Articolo di Monia Strazzeri, scritto con il prezioso contributo di Alessandro Alongi.

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