DE CHIRICO E LA METAFISICA. UNA MOSTRA DA NON PERDERE A PALAZZO BLU DI PISA.

Palazzo Blu a Pisa, ospita la mostra che ripercorre la carriera di De Chirico e il suo “mondo dei sogni”.

Finita l’attesa dovuta alle restrizioni, riaprono finalmente le porte del prestigioso Palazzo Blu a Pisa che ospiterà fino al cinque di settembre, come da proroga, la mostra “De Chirico e la Metafisica”.

Sul sito ufficiale dello stesso Palazzo, sono già disponibili le indicazioni per scaricare gratuitamente dagli stores Apple ed Android, l’audioguida della mostra consultabile esclusivamente da smartphone e grazie alla quale si potrà fruire dei contenuti attraverso due percorsi: uno per adulti e l’altro pensato per le famiglie.

Nel secondo, in particolare, lo spettatore potrà avvalersi di un originale accompagnatore: un’antica testa di statua greca che aiuterà i più giovani ad addentrarsi nel fantastico mondo dei sogni di De Chirico, attraverso numerose sfide, ricerche e indovinelli!

L’esposizione ripercorre la carriera dell’artista e si fregia della possibilità di ammirare la collezione personale dello stesso: i De Chirico di De Chirico, un vasto numero di opere, delle quali gran parte provenienti dalla Galleria Nazionale di Roma e donate nel 1987 dalla moglie del pittore, Isabella  e dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.

Con la curatela di Saretto Cincinelli e Lorenzo Canova, la mostra attraversa i vari momenti espressivi del Pictor Optimus (come lo stesso De Chirico amava a volte firmarsi) …un viaggio fatto di visioni ed immaginazione…di iconici messaggi misteriosi ed affascinanti, metafore che accudiscono profondi significati celati da un’ apparente illogicità.

Una ricerca pittorica intensa che si arricchisce di esperienze e di luoghi a De Chirico familiari: dalla nativa Volos ad Atene, Monaco di Baviera e poi Milano, Firenze e ancora Parigi, Ferrara, New York, Venezia, Roma…tutte realtà dove l’arte si esprime con una vitalità impetuosa e che, di volta in volta, sorprendono o deludono il pittore guidandolo verso un’analisi del rapporto tra la realtà e l’uomo, sulle folli contraddizioni di quest’ultimo, ma anche sulla reversibile circolarità del tempo nonché la coesistenza di presente e passato.

Ciò rende plausibile parlare di una “Metafisica continua” la quale diviene cardine dell’opera di De Chirico, pur passando attraverso una progressione della sua carriera che analizza ed esplora momenti e stili differenti con analoga finezza e curiosità.

Di questo percorso ci omaggia Palazzo Blu, valorizzando gli inizi böckliniani ma anche le stagioni classiche, barocche e neometafisiche, che hanno dato vita a manifestazioni altrettanto sorprendenti del talento di De Chirico, quale custode della grande tradizione pittorica e, nel contempo, precursore del moderno.

La mostra si compone di sette sezioni: la prima è dedicata ai celebri autoritratti dove la figura dello stesso De Chirico, muta in una dimensione senza tempo, alla stregua del suo stile pittorico, sempre in continua evoluzione.

Nella seconda sezione spicca la Lotta di Centauri (1909), ispirata dalla visione fantastica e iconoclasta della mitologia, raffigurata dal pittore svizzero Arnold Böcklin.

Segue una parte dedicata interamente alla pittura metafisica che svela al visitatore tutta la potenza dell’enigma per il quale “il mondo ci appare completamente ‘altro’, pur rimanendo sé stesso”. Il viaggio continua con una serie di opere in cui De Chirico affianca al senso  della pittura metafisica, gli insegnamenti del romanticismo italiano e tedesco (come ad esempio nella Lucrezia).

La sezione quinta raccoglie le tele relative agli anni della seconda metafisica, dove i temi già esplorati subiscono un rinnovamento in chiave malinconica ed ironica allo stesso tempo. Luoghi ed oggetti vengono collocati in contesti non convenzionali ed assistiamo alla rivisitazione dei famosi “manichini”, già protagonisti della prima fase.

La sesta sezione si compone di quadri che rappresentano la natura morta (o “vita silente” come De Chirico la definiva) e i “bagni misteriosi”, opere che porteranno ad una pittura sempre più ricercata e vicina alla grande maniera barocca.

Per finire, l’ultima sezione ci conduce al periodo Neometafisico dell’artista, che si protrae fino alla sua scomparsa nel 1978. È il momento in cui De Chirico riprende la metafisica giovanile in un gioco di variazioni, contaminazioni e sostituzioni con nuove e significative icone che hanno abbracciato la sua esistenza e la sua arte, trasportando chi guarda in un nuovo e complesso disvelamento di enigmi.

La mostra a Palazzo Blu è davvero un’avventura irrinunciabile per tutti i visionari e gli “esploratori” di creatività perché come lo stesso artista sosteneva “un’opera d’arte per divenire immortale deve sempre superare i limiti dell’umano senza preoccuparsi né del buon senso né della logica”…e con la sua Metafisica De Chirico…lo ha ampiamente dimostrato!

Articolo di Monia Strazzeri.