Intervista al dott. Sibilla ideatore del Master in Comunicazione Musicale

dott. Sibilla ci racconti qualcosa di lei

Mi occupo di musica e media da oltre 20 anni, sia come studioso che come giornalista. Mi sono formato in Università Cattolica, dove mi sono laureato e ho fatto il dottorato  e ho iniziato a fare ricerca: ne cito una, quella di cui vado più fiero, sulla musica pop come racconto, pubblicata ne “I linguaggi della musica pop” (Bompiani, 2003). Parallelamente lavoro come giornalista per Rockol, occupandomi di interviste, recensioni, relazioni con l’industria. Sono soprattutto un grande appassionato di musica che ascolta di tutto: oltre alle canzoni mi appassionano le storie, i meccanismi di comunicazione e di produzione dell’industria.

Come è nata l’idea di un Master in Comunicazione Musicale?

20 anni fa, quando si iniziava a parlare di Master in università e quando divenne un titolo riconosciuto legalmente. L’idea era quella di creare un corso che unisse le competenze nella comunicazione della Cattolica (che fu una delle prime università italiane ad occuparsene e a studiarla) con il campo della musica pop e rock, che spesso dall’università era stato ignorato. Diciamo che ho pensato ad un corso post-laurea che avrei voluto frequentare io da studente appassionato di musica che voleva trovare una strada seria per entrare nel settore.

– qual è il vostro rapporto oltre confine? Il vostro master ha un respiro internazionale? – prevedete aperture anche a Roma?

La sede del Master è Milano, che è anche la città principale per l’industria musicale italiana: lavoriamo prevalentemente su questo territorio. Ma per comprendere l’industria musicale uno sguardo internazionale è fondamentale: i nostri docenti hanno esperienze molto ampie nel music business e abbiamo avuto anche ospiti internazionali, come Bertis Downs, manager dei R.E.M.

sono previsti degli stage in collaborazione con dei partner? Successivamente si crea un rapporto tra gli studenti e i partner?

Lo stage è previsto e garantito per tutti gli studenti. 

Qual è la percentuale di placement post master? – i ragazzi che non riescono a collocarsi nei successivi 12 mesi vengono seguiti in qualche modo?

Dopo 6 mesi, circa tra il 66% e il 90% dei nostri studenti studenti lavora nel settore. Si certo, continuiamo a interfacciarci con gli studenti, offrendo loro un secondo stage se necessario. A breve lanceremo un’iniziativa che servirà per sostenere i nostri ex-studenti nel loro percorso lavorativo e nelle loro carriere. Ma ne parleremo più avanti, per ora niente spoiler.

Riferimenti: https://almed.unicatt.it/almed-master-comunicazione-musicale