Rimborso di Stato: più paghi e più vinci

Quasi pronto il piano dei rimborsi voluto dal Governo per i cittadini che scelgono di pagare i propri acquisti con moneta elettronica. Pensata come misura anti-evasione, nella fase iniziale basteranno solo 10 pagamenti con carta di credito per ottenere un rimborso del 10% di quanto speso. In attesa del Regolamento ecco ad oggi cosa sappiamo 

In attesa del decreto ministeriale che disciplinerà nel dettaglio il “cashback di Stato”, si fa sempre più intenso il dibattito intorno a questa nuova misura. Una manovra voluta dal Governo e che interesserà tutti i cittadini. È la prima volta che in Italia si introduce un rimborso automatico su tutte le spese effettuate e relative alla vita di ogni giorno (non solo, dunque, quelle rientranti nell’attività professionale). A patto però che esse si paghino con uno strumento elettronico (carta di credito, bancomat o App). 

A chi spetta il rimborso e che spese sono ammesse (e quali no)

Mancano ancora i dettagli, ma l’ipotesi più accreditata (e in parte anticipata da fonti ministeriali) è che dal prossimo 1° dicembre tutti i cittadini maggiorenni che effettueranno un qualsiasi acquisto pagando con uno strumento elettronico (carte o app) riceveranno un rimborso pari al 10% di quanto effettivamente pagato. A patto che i pagamenti elettronici nell’arco dell’anno siano pari ad almeno 3.000 euro, con almeno 50 operazioni al semestre. Saranno escluse tutte le spese effettuate online (ad esempio sui siti di e-commerce come Amazon), dove giocoforza il pagamento è necessariamente elettronico.

Per la certezza definitiva sulle regole bisognerà ancora attendere qualche settimana. Entro il prossimo 28 novembre, infatti, dovrebbe vedere la luce il Regolamento da parte del Ministero dell’Economia, ovvero entro 45 giorni dalla conversione del “Decreto Agosto”. Si tratta del provvedimento che ha stabilito (all’art. 73) l’introduzione di questa allettante misura a sostegno dei consumatori. 

Quanto è possibile guadagnare con il cashback di Stato 

Qualsiasi spesa effettuata fisicamente presso un negozio contribuirà al rimborso sotto forma di cashback, ovvero un “ritorno” del 10% di quanto speso. La cifra verrà accreditata direttamente sul conto corrente dell’acquirente. Al momento è previsto un tetto di rimborsi pari a 300 euro all’anno. Alcune fonti parlano addirittura di un super premio di ulteriori 3 mila euro da riconoscere ai primi 100.000 consumatori che effettueranno più operazioni di pagamento elettronico nel corso del 2021.

Ma i vantaggi non sono soltanto per chi acquista. Anche per i negozianti sono stati previsti alcune agevolazioni. Innanzitutto, per andare incontro alle spese di mantenimento delle apparecchiature Pos (indispensabili affinché il cliente possa pagare con la propria carta), è allo studio un “bonus” da 300 euro. Per quanto riguarda, invece, le commissioni bancarie che ogni mese vengono addebitate per la gestione dei pagamenti elettronici, è già operativo un credito di imposta sulle commissioni per le transazioni effettuate tramite sistemi di pagamento elettronici. In relazione a ciò, lo scorso aprile, l’Agenzia delle Entrate ha definito le modalità per la comunicazione dei dati su cui calcolare tale credito d’imposta.

Si parte a dicembre. Registrazione obbligatoria su “Io”

Tutto pronto, dunque, per partire il prossimo 1° dicembre, con una gestione “ad hoc” per questa ultima parte dell’anno. Al momento si ipotizza un rimborso per tutti gli acquisti fatti prima e dopo Natale, a condizione però che si compiano almeno 10 “strisciate” nel mese. Ai fini di attivare il cashback è necessario registrarsi sull’App “Io”, la stessa utilizzata per la richiesta del “bonus vacanza”.

Per il 2021, invece, il cashback di Stato sarà pagato in due momenti dell’anno. La prima avverrà a giugno 2021, mentre la seconda a dicembre 2021. A favore di questa iniziativa il Governo ha messo sul piatto 3 miliardi di euro da destinare ai rimborsi (sia per il 2021 che per il 2022). Una cifra che potrebbe aumentare se il progetto riscuoterà successo. L’idea, oltre ad essere stata pensata per dare un sollievo alle tasche di tanti milioni di italiani, è stata studiata anche per combattere l’evasione fiscale incentivando l’uso di strumenti di pagamento tracciabili. 

Fonte immagine: Pixabay

Alessandro Alongi

Alessandro Alongi collabora nell’ambito del modulo di “Diritto della rete” all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche, è specializzato in Relazioni istituzionali e Diritto parlamentare e attualmente si occupa di tematiche giuridiche e regolamentari presso l’Organo di vigilanza sulla parità di accesso alla rete di TIM, oltre a svolgere attività di ricerca nell’ambito del Diritto dell’innovazione, del quale è autore di diversi studi e approfondimenti.