«Facebook incapace di garantire la privacy degli utenti»: al via le maxi multe in Italia e negli USA

Non c’è pace nel mondo delle Big tech: dopo la dura presa di posizione delle istituzioni pubbliche americane sulla condotta di alcune grandi compagnie del web, accusate di falsare la concorrenza e adottare comportamenti al limite del consentito, e dopo il clamore suscitato dall’annuncio di Facebook di lanciare la sua moneta virtuale, destinata a sostituire (almeno nei progetti del social americano) tutte le valute attualmente in circolazione, non si è fatto attendere il redde rationem sulla nota vicenda Cambridge Analytica da parte degli stati nazionali.

Ad aprire le danze è stato il Garante per la protezione dei dati personali italiano che ha comminato una sanzione di 1 milione di euro a Facebook reo, a giudizio dell’Autorità guidata (ancora per poco) da Antonello Soro, di aver compiuto un illecito trattamento dei dati personali dei nostri connazionali nell’ambito del famigerato caso della società londinese che ha raccolto informazioni personali da oltre 50 milioni di profili Facebook senza nessuna autorizzazione. Scopo di questa vasta campagna intrusiva, venuta alla luce nel 2018, è stata quella di costruire un sistema capace di formare o indirizzare le opinioni politiche degli elettori statunitensi, personalizzando i messaggi politici in base al profilo psicologico di ognuno, analizzando e combinando proprio le informazioni presenti sui profili Facebook dei malcapitati.

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Alessandro Alongi

Alessandro Alongi collabora nell’ambito del modulo di “Diritto della rete” all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche, è specializzato in Relazioni istituzionali e Diritto parlamentare e attualmente si occupa di tematiche giuridiche e regolamentari presso l’Organo di vigilanza sulla parità di accesso alla rete di TIM, oltre a svolgere attività di ricerca nell’ambito del Diritto dell’innovazione, del quale è autore di diversi studi e approfondimenti.